Savage Welcome!

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Il primo post è dedicato ad uno dei miei designer preferiti, Lee Alexander McQueen, dopo aver ammirato le sue incredibili creazioni nella mostra “Savage Beauty” al Victoria and Albert Museum (ENGLISH VERSION BELOW)
Scrivo il mio primo post al ritorno dalle vacanze passate a Londra, con una sensazione di emozione mai provata. Per le prime parole da scrivere su questo blog, per tutti gli argomenti di cui vorrei parlare, per la passione per la Moda che mi accompagna da sempre. Per aver visto con i miei occhi la meraviglia che può nascere dalle mani e dalla mente di un creativo.

Sono riuscita a rubare un’unica immagine, perché la mostra era blindatissima. L’esposizione è stata un incredibile successo di pubblico e un’autentica opera d’arte, un’immersione in apnea nel profondo degli abissi e del cielo. Gli universi che McQueen ha esplorato sono una sterminata moltitudine di inquietudini e possibilità. Sembra che nulla sia sfuggito a quegli occhi avidi e ardenti.

Foto “rubata”  alla mostra di McQueen di Londra
La mostra si apre con le sue prime creazioni, le perfette giacche, il gusto per la teatralità e per il costume storico. All’inizio sembra una normale retrospettiva, ma è un piacevole inganno.
Foto “rubata”  alla mostra di McQueen di Londra
L’esposizione procede per colpi di scena e mood diversi per far comprendere allo spettatore tutte le ispirazioni alla base delle collezioni di McQueen:
Il drammatico gotico dark di abiti neri, bianchi e oro in una stanza di specchi antichi, rovinati dal tempo
L’ancestrale e violento primitivismo africano in una piccola sala rivestita di teschi, che accoglie il visitatore nella penombra, con un sottofondo di lontani tamburi e uno schermo convesso che sembra un acquario con una modella che si muove sinuosamente nell’acqua
 
The Cabinet of Curiosities 

La stanza del collezionista di eccentriche curiosità, i suoi abiti e gli accessori più particolari, con al centro l’abito dipinto dai robot nella collezione primavera/estate del 1999  che suscitò la standing ovation del pubblico e, in me, l’amore per questo stilista

Plato’s Atlantis 
Per finire con la parata di futuribili creature di “Plato’s Atlantis”, sua ultima collezione completa, presentate in un ambiente freddo, bianco, digitale
La sensazione che ho avuto dopo aver visitato la mostra è stata da un lato annichilente, dall’altro esaltante. Perché ho capito che già tutto è stato fatto,  e allo stesso tempo tutto è ancora da vedere e da fare.
Perché è lo sguardo che crea mondi possibili. 
 
L’abito di semplice cotone bianco che verrà dipinto dai robots sul finale della sfilata primavera/estate 1999
Una mia illustrazione ispirata al magnifico abito di McQueen in mostra a Londra

‘There is no way back for me. I’m going to take you on journeys you’ve never dreamed were possible.’
– Alexander McQueen

 

Vorrei ringraziare i curatori della mostra perché mi hanno donato molto più di quanto mi aspettassi. Devo ringraziare il tempo, che mi ha reso partecipe di un momento di grandezza per il mondo della moda. Ma soprattutto devo ringraziare Lee Alexander, perché ha divorato il suo tempo per creare quello che non avrei mai pensato di poter sognare.

 
La mostra sarà aperta fino domani. Anche se manca solo un giorno, consiglio a chi si trova a Londra di fare un salto al Victoria and Albert Museum per vivere questa esperienza, anche se spero comunque che potremo vedere qualcosa di simile in Italia.
Aggiornamento: la mostra è stata un tale successo, con  quasi 500000 visitatori, che i curatori hanno deciso  per la prima volta nella loro storia, di aprire le porte al pubblico anche di sera, data l’incredibile richiesta. Pubblico formato non solo da esperti del settore o amanti della moda più d’Avanguardia, ma da intere famiglie e semplici curiosi.
 
Segno che il bello, se adeguatamente enfatizzato, è in grado di affascinare una moltitudine di persone. Mi auguro che questo possa essere un esempio e che potremo vedere qualcosa di simile in Italia.
 

ENGLISH VERSION 

 
The first post is dedicated to one of my favorite designers , Lee Alexander McQueen , after admiring his amazing creations in the exhibition “Savage Beauty” at the Victoria and Albert Museum.
I am writing my first post coming back from holidays spent in London , with a feeling of emotion never felt before. For the first words to write on this blog , for all the topics I’d like to speak about, for the passion for fashion that accompanies me all along. To have seen with my own eyes the wonder that can come from the hands and mind of a creative .
I managed to steal a single image , because the exhibition was heavily supervised. It was an incredible success and a genuine work of art, an immersion in apnea in the depths of the abyss and the sky. The universes that McQueen explored are a vast multitude of disquietude and possibilities. It seems that nothing has escaped to those eager and ardent eyes.
The exhibition opens with his first creations, the perfect jackets, the taste for theatricality and the historical costume . At first it seems a normal retrospect, but it’s a nice wile.
Because the exposure proceeds for twists and different mood, to make understandable to the viewer all the inspirations behind the collections of McQueen :
The dramatic dark gothic clothes in black, white and gold in a room full of antique mirrors, damaged by time
The ancestral and violent African primitivism in a small room paneled  of skulls , which greets the visitor in the twilight, with a background of distant drums and a convex screen that looks like an aquarium with a model that moves sinuously into water
The room of the collector of eccentric curiosity, his more particular dresses and accessories, with in the middle the dress painted by robots of the spring/summer 1999 collection, which caused the standing ovation of the audience and, in me , the love for this designer.
To end up with the futuristic creatures parade of “Plato’s Atlantis” , his last complete collection, presented in a cold, white, digital ambience.
The feeling I had after visiting the exhibition has been annihilating on one side, and exciting on the other. Because I’ve understand that everything was already made, but at the same time everything is to see and to do. Because is the glance that creates possible worlds.
I would like to thank the exhibition curators who gave me even more than I’ve expected. I must thank the time, that let me take part to a moment of greatful for the Fashion World.  But above all I must thank Lee Alexander,  who devoured his time to create what I’ve never thought to dream.
The exhibition will be open until tomorrow. Although only miss one day, I rrecommend those who come to London to make a jump at the Victoria and Albert Museum to live this experience.
Update: the exhibition was such a success, with nearly 500,000 visitors, that curators have decided for the first time in their history, to open their doors to the public in the evening, due to the incredible demand. Public format not only by experts or avant-garde fashion lovers, but entire families and visitors.
Sign that the beautiful, if properly emphasized, is able to captivate a crowd of people. I hope that this can be an example and that we can see something similar in Italy.

 

 

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